7 PPP a Londra
Londra 14-19 Ottobre 2010
Per raccontare il nostro viaggio due immagini mi vengono alla mente: la prima è l'arrivo a Stansted. Parto da Roma a maniche corte, sole, 23 gradi, una giornata da favola; arrivo alle 5 del pomeriggio con nuvole, cielo grigio, pioggerellina, 11 gradi... Meno male che il viaggio è stato piacevole e divertente, anche se quei cattivoni della Ryanair non hanno voluto rilasciare a Peppone il tanto agognato certificato di primo volo su una placca d'argento.
L'aeroporto, anche se è il terzo di Londra, è molto più grande di Ciampino, poi è tutto preciso, organizzato, pulito e silenzioso… Sembrava di stare in chiesa durante una giornata di pioggia. Tutto grigio e tutti silenziosi, avevamo quasi soggezione ad alzare la voce. Tuttavia siamo riusciti a farci riconoscere anche in questa occasione: c'erano 3/4 file ordinate e silenziose per mostrare il documento ai responsabili della dogana quando all'improvviso suona il cellulare a Peppone e: "PRONTOOOO, TUTTO A POSTO, SO' ARRIVAT'!!!" Tutto l'aeroporto che si gira verso di noi! Fantastico!
L'altra immagine sono le strade di Londra. Perfette, senza una buca, con la segnaletica orizzontale come fatta il giorno prima. Avevo la sensazione di aver fatto un salto nel futuro di 20-30 anni. C'è pochissimo traffico, infatti dal lunedì al venerdì nelle zone centrali della città le macchine non possono accedere in quanto pagano pedaggi altissimi, quindi per le strade si vede solo una miriade di autobus e taxi. Di conseguenza, i mezzi pubblici funzionano davvero bene ma sono abbastanza costosi anche se poi ci abbiamo messo tanta buona volontà a buttarci i soldi… La metro è anti-furbi perché il costo viene calcolato all'uscita rispetto al tratto percorso, peccato che non sempre passavamo la carta e quindi al quarto giorno abbiamo scoperto che tratti dal costo di 50 centesimi li abbiamo pagati 5€… Perché? Chiedete a Gibbaudo…
La metro è strana, ora ho capito perché la chiamano "tube", i treni sono davvero stretti, come volume credo che siano la metà di quelli di Roma anche se della stessa lunghezza.
Grande metropoli Londra, molto più grande di Roma, senti che le cose funzionano davvero, non c'è niente di approssimato. C'è più ordine, più pulizia, più etnie, più organizzazione, anche se non scambierei le due, nonostante tutti i nostri guai e magagne, qui la qualità della vita è migliore. Diciamo che se l'obbiettivo primario è fare soldi e raggiungere il successo meglio Londra ma se la priorità è vivere bene meglio Roma. Come dice Giobba "A Londra si vive per lavorare, in Italia si lavora per vivere". Credo che se ci andassi a vivere mi sentirei sempre uno straniero. Pensando ai miei viaggi passati, Barcellona assomiglia molto all'Italia, Vienna ha una natura particolare, quasi aristocratica, ma Londra è davvero diversa. Sono diverse le usanze, le persone, la velocità, le dimensioni, tutto. Per la prima volta mi sono sentito davvero all'estero.
Ci sono molte etnie quindi molte contrapposizioni: c'è la zona est, più povera e in alcuni aspetti quasi ghettizzata; la zona ovest più ricca e sfarzosa; puoi passare dallo stile preciso e metodico di un tipico inglese all'esagerazione di qualche giovane; se un momento ti trovi nella ricca Piccadilly a due passi da Buckingam Palace, basta che cammini 100 metri nella direzione opposta e ti trovi a Soho, quartiere pieno di locali a luci rosse e di gente poco raccomandabile.
Con tutta questa diversità mi aspettavo più integrazione invece sono rimasto sorpreso nel vedere i neri ancora un po' al di fuori della società. Nel quartiere dove dormivamo, New Cross, la maggioranza era composta da persone di colore, come se fossero ghettizzate, infatti nelle altre zone, soprattutto in quelle ricche, erano quasi tutti bianchi e anche nei lavori più "umili" la maggior parte erano di colore o extracomunitari.
Tra i vari giri che abbiamo fatto è stato molto interessante quello sul Tamigi a bordo di un ottimo catamarano. Navigare su un fiume a più di 20 nodi fa un certo effetto e partendo da Greenwich fino a Tower Bridge ho potuto notare come tutti gli spazi lungo il Tamigi sono stati sfruttati nel corso del tempo addirittura usando palafitte per poter costruire sopra il fiume. Su consiglio di Luca da Tower Bridge abbiamo fatto una bella passeggiata fino al London Bridge e poi nel quartiere di Southwork. Tra quelle viuzze sarebbe bastato spegnere le illuminazioni elettriche e saremmo tornati indietro di secoli, in piena rivoluzione industriale. Che emozione quando ci siamo messi a cantare ad alta voce le canzoni del nostro cuore: l'inno a San Silverio, le canzoni dell'Immacolata, Fratelli d'Italia…
Da ricordare anche la scoperta del talento di Silverio nel fare il cieco, troppo divertenti le facce delle persone che si domandavano se era vero o era uno scherzo. Se queste erano perplesse, di sicuro si saranno divertete le persone che a Buckingham Palace si sono goduti lo spettacolo di Giuseppe che provava ad attraversare la strada fregandosene dell'opposizione del poliziotto a cavallo!
Londra non ha un'architettura classica o medioevale come si può trovare quasi dappertutto in Italia ma profondamente vittoriana, tipica della prima rivoluzione industriale e dell'impero inglese. La città si sviluppa moltissimo in orizzontale e, considerando una popolazione di oltre 7 milioni di persone, ne consegue un enorme estensione. Forse a causa di uno strano piano regolatore, ma è davvero bizzarro vedere costruzioni tipicamente inglesi, esattamente come nei film ambientati 2 secoli fa, che si sovrappongono, senza soluzione di continuità, a grattaceli modernissimi. A volte, il secondo e terzo piano sono di case rimaste inalterate nel tempo mentre il primo piano è stato ritrasformato in una scatola con un negozio dentro…
Sono proprio queste forti contrapposizioni che rendono la città unica e piena di vita.
Degno di nota è che i musei sono gratis, tutti, anche il British, quello di storia naturale e della navigazione. Secondo me è una scelta molto intelligente, primo perché, come è giusto che sia, si afferma che la conoscenza e la cultura devono essere a disposizione di tutti e non solo di chi se le può permettere e poi perché con una scelta del genere si genera un indotto che potrebbe essere addirittura maggiore del costo del biglietto. Ad esempio, se per visitare un museo pago 8€ al massimo ci vado una volta, mentre se l'accesso è gratuito posso andarci anche più volte eventualmente spendendo nei negozi e ristoranti interni e in tutta la zona circostante. In ogni caso è una bella lezione di civiltà.
Al di là delle usanze degli inglesi che possono essere condivisibili o meno, trovavo spesso segni di grande civiltà come l'estrema pulizia delle strade e il fatto che gli inglesi sono sempre pronti a chiedere scusa. Anche in metro, per contatti superficiali ed inevitabili, subito si sentiva un "sorry".
Domenica 17 ottobre, nonostante un PESSIMO inizio, abbiamo passato una splendida giornata in giro per il quartiere di Notting Hill, Hyde Park e Portobello Road, potendo inoltre godere della compagnia di Marina, l'ospite a sorpresa. In realtà era già in programma che lei ci raggiungesse, peccato che abbiamo sbagliato il luogo nel senso che anziché a Londra dovevamo essere a Belfast… Meglio "sorvolare" sulle cause del disguido…
è durante queste passeggiate che si coglie la vera essenza di Londra a cominciare dagli splendidi parchi, con erba verdissima e perfettamente curata, fino ai tipici mercatini che si trovano in vari punti della City come a Greenwich, a Portobello Road e nello splendido quartiere di Covent Garden ricco di bravissimi artisti di strada e di stupendi negozi in un'atmosfera tutta particolare.
Ammetto che sul volo di ritorno alla vista del mare e del sole di Roma mi si è riaperto il cuore però è stato un viaggio bellissimo con una compagnia a dir poco speciale.
Non vedo l'ora di ritornare in quel di London perché è bellissima e perché so che devo ancora scoprirne tanti aspetti.
Un grazie di cuore a Luca, Luigi, Giovanni, Giuliano, Giuseppe e Silverio.